Premessa
La legge di bilancio 2017, ha introdotto un incentivo per interventi di messa in sicurezza del patrimonio immobiliare esistente, il cosiddetto “Sismabonus“.
Citando la suddetta legge tale incentivo “riguarda costruzioni adibite ad abitazione (prima e seconda casa), ad attività produttive e parti comuni condominiali situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, quasi l’intero territorio nazionale“.
Per poter accedere al sismabonus è necessario eseguire una classificazione del rischio sismico di un edificio allo stato di fatto e di progetto.
Infatti l’incentivo, che ha un tetto di spesa di € 96.000 per ciascuna unità immobiliare, prevede una detrazione del 50% della spesa sostenuta in 5 quote annuali, ma la percentuale sale al 70% o all’80% in caso di passaggi di una o più classi sismiche.
Classi di rischio
Le classi del rischio sismico sono 8, dalla classe A+, rischio basso, alla classe G, rischio alto.
L’attribuzione della classe di rischio ad un immobile può avvenire attraverso due metodi:
- – metodo convenzionale;
- – metodo semplificato.
Il primo metodo si basa sulla determinazione di due parametri, PAM (Perdita Media Annua) e IS-V (Indice di Sicurezza), attraverso una vera a propria analisi strutturale preceduta da una valutazione storico-critica dell’edificio e del terreno di fondazione.
Ovviamente la classe di rischio di un fabbricato è la più bassa ottenuta dai due parametri suddetti.
Il secondo metodo è invece più speditivo, applicabile alle sole costruzioni in muratura, e si basa su una indagine di peculiarità di tipologia strutturale e di vulnerabilità locali.
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Procedimento di calcolo
Analizzando il metodo convenzionale, è importante premettere che tutto lo studio non può essere eseguito senza una specifica conoscenza delle problematiche strutturali, dell’analisi tipologica delle strutture e degli eventuali quadri fessurativi, dei passati interventi sul fabbricato… insomma di una attenta anamnesi dell’organismo strutturale nel suo complesso.
Oltre tali aspetti è fondamentale una analisi sismica del terreno per la determinazione della classe.
A questo punto tutto lo studio si basa sulla ricerca della PGA di capacità, aspetto non determinabile se non con una modellazione globale e conseguente analisi strutturale.
La PGA di domanda invece è facilmente ottenibile dalle tabelle allegate alle NTC 2008, conoscendo quindi le coordinate del sito, la tipologia di terreno, la classe d’uso e la vita utile del fabbricato. Per determinare i valori della PGA di domanda secondo i vari stati limite è possibile utilizzare l’app “sismabonus convenzionale“.
PGA di capacità
Come già detto in precedenza il procedimento per la determinazione di questo valore della accelerazione al suolo è complesso e richiede una modellazione strutturale dell’intero edificio.
Inizialmente si esegue una verifica di tipo statico, per scongiurare difetti o criticità ai carichi gravitazionali, successivamente si applica una azione sismica con spettro unitario e si procede ad incrementare l’accelerazione sismica.
In pratica si tratta di un processo iterativo, per cui alla struttura viene applicata una accelerazione sempre crescente fino a raggiungere il limite per cui le verifiche non risultano soddisfatte.
Si ottiene cosi il valore dell’accelerazione massima a cui la struttura è in grado di resistere (PGA di capacità).
Tempo di ritorno
Determinata la PGA di capacità si procede a confrontarla con la PGA di domanda, determinando il periodo di ritorno TR= TRd (PGAC/PGAD)η.
Ovviamente per gli stati limite di esercizio (SLD e SLO) il periodo di ritorno non potrà mai essere superiore a quella relativa allo stato limite di salvaguardia della vita
Frequenza media annua
Per ciascun periodo di ritorno si determina la frequenza media annua di superamento attraverso la formula λ=1/TRc.
Nel caso si provveda a determinare solo le PGA di capacità relative a SLV e SLD, è possibile determinare le frequenze λSLO e λSLC, applicando dei coefficienti moltiplicativi.
Nello specifico: λSLO = 1,67 λSLD e λSLC = 0,49 λSLV
Costo di ricostruzione
Oltre agli stati limite noti, SLO, SLD, SLVe SLC, sono introdotti due ulteriori stati limite, SLID e SLR.
Il costo di ricostruzione viene attribuito in percentuale, per cui si ha:
Stato limite | SLR | SLC | SLV | SLD | SLO | SLID |
Costo ricostruzione | 100% | 80% | 50% | 15% | 7% | 0% |
PAM
Determinate le frequenze medie annue di accadimento si costruisce il grafico con le relative percentuali di costo di ricostruzione.
Il valore della PAM, perdita media annua attesa, si ottiene dall’area sottesa alla curva determinata, e quindi con la seguente formula:
Σ5i=2 [λ(SLi) – λ(SLi-1)]*[CR( SLi)+ CR( SLi-1)]/2 + λ(SLC)*CR(SLR)
Quindi si determina la classe di rischio in funzione della PAM.
IS-V
La determinazione del parametro relativo all’indice di sicurezza è possibile attraverso il rapporto della PGA di capacità rispetto a quella di domanda.
Quindi si determina la classe di rischio in funzione del IS-V
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Passaggio di classe
Il passaggio di una o più classi, a seguito di interventi di rinforzo strutturale, permette di incrementare la percentuale di detrazione fiscale dal 50% al 70% o 80%.
Ovviamente questo deve incentivare a fare più interventi di carattere strutturale per migliorare la risposta sismica dell’edificio ed aumentare l’accelerazione al suolo sopportabile.
Conclusioni
Credo che oramai tutti si siano resi conto che l’Italia è un Paese soggetto a terremoti, più o meno intensi e più o meno frequenti. Negli ultimi anni si sono succeduti numerosi episodi e questo, oltre che generare disastri, ha spinto molte persone a cercare di “migliorare” le proprie abitazioni o fabbriche.
Il sismabonus deve quindi aiutare le persone dal punto di vista economico, risarcendole in qualche modo di una parte di spesa sostenuta, anche perchè in tutti gli ambiti una buona prevenzione è migliore e meno dispendiosa di una ricostruzione.
Proprio per questo non si deve fare qualche intervento al solo fine di recuperare il 70 o 80%, ma si devono fare interventi atti a migliorare la resistenza sismica, e spesso anche statica, degli edifici esistenti, pensando in primis alla salute degli occupanti, poi guardiamo quante classi abbiamo scalato e sfruttiamo le dovute detrazioni.
Ad esempio: il vostro edificio risulta in classe G, l’ingegnere non può ritenere sufficiente un intervento minimo, anche se ciò comporta il passaggio alla classe F, in quanto lascerebbe il fabbricato vulnerabile a sismi con periodo di ritorno molto bassi. Deve invece procedere a migliorare il più possibile, nel limite della fattibilità.
Personalmente non amo il termine “antisismico“, non mi sentirete mai parlare di edificio antisismico, ma casomai di edificio sismo resistente: ogni intervento infatti deve apportare un incremento di resistenza del fabbricato alle accelerazioni sismiche, portandolo a valori più elevati possibile.
Noi tecnici dobbiamo incentivare la cultura per la sicurezza, propria e degli altri, e magari provare a spostare qualche migliaia di euro dalla voce delle finiture a quella delle strutture.